CHIESA «Le attività sociali svolte dalla Chiesa cattolica trovano anche in questa sentenza un adeguato riconoscimento da parte della Corte di Giustizia Europea. La Corte, infatti, conferma la legittimità dell’IMU – introdotta nel 2012 – che prevede l’esenzione dell’imposta, quando le attività sono svolte in modalità non commerciale, quindi senza lucro».
E’ il commento di mons. Stefano Russo, Segretario generale della CEI, in merito alla sentenza con cui la Corte annulla la decisione della Commissione, che rinunciava a ordinare il recupero di aiuti concessi dall’Italia sotto forma di esenzione dall’imposta comunale sugli immobili. <La sentenza – spiega Russo – rileva che la Commissione avrebbe dovuto condurre una verifica più minuziosa circa l’effettiva impossibilità dello Stato italiano di recuperare le somme eventualmente dovute nel periodo 2006-2011. Le attività potenzialmente coinvolte sono numerose – aggiunge– e spaziano da quelle assistenziali e sanitarie a quelle culturali e formative, attività, tra l’altro, che non riguardano semplicemente gli enti della Chiesa>. Il Segretario riferisce inoltre che la Cei ha più volte ripetuto in questi anni che chi svolge un’attività in forma commerciale, come ad esempio di tipo alberghiero, è tenuto, come tutti, a pagare i tributi. Senza eccezione e senza sconti. < E’ necessario distinguere la natura e le modalità con cui le attività sono condotte – conclude il Vescovo. -Una diversa interpretazione, oltre che essere sbagliata, comprometterebbe tutta una serie di servizi, che vanno a favore dell’intera collettività>.